Questa volta, dopo l'intervento di Draghi in Senato in vista del prossimo Consiglio Europeo, si voterà una risoluzione sulla crisi ucraina. Era quello che i 5 Stelle chiedevano a gran voce, da settimane, portando avanti una linea contro gli aiuti militari a Kiev, ora però, il clima è reso incandescente dallo scontro frontale in atto fra Di Maio e Conte. Tramontata, a quanto sembra, l'ipotesi di una loro risoluzione, i 5 Stelle chiedono adesso al Governo un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento in ogni eventuale decisione, compreso l'invio di nuovi aiuti militari all'Ucraina, questione delicata su cui si cerca, fino all'ultimo, un'intesa per arrivare a una risoluzione di maggioranza, unitaria. Nel frattempo il Consiglio Nazionale dei 5 Stelle non chiede l'allontanamento di Di Maio, dopo le parole contro la linea di Conte, ma nel comunicato finale lo accusa di distorcere la linea politica, lui si definisce stupito e stanco per gli attacchi, uno dei quali arriva da Roberto Fico, che desta qualche sorpresa per il ruolo istituzionale del Presidente della Camera. "Io non riesco proprio a comprendere che il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, attacchi su delle posizioni, rispetto alla NATO e all'Europa, posizioni che assolutamente nel movimento non ci sono e di cui non si sta dibattendo". Il Sottosegretario all'Istruzione Floridia, invece, minimizza. "Non riesco a risponderle dicendo, mettiamo l'asticella qui, oltre la quale facciamo cadere il Governo, perché non abbiamo mai messo in difficoltà i cittadini o il Governo". Dagli altri partiti, sul caso 5 Stelle, arrivano diverse reazioni, da quella sarcastica di Renzi che su Di Maio dice, se cambiare idea è sintomo di intelligenza, lui è un genio. A quella di Salvini, che da Parma, tappa del suo tour per ascoltare l'Italia, osserva: "Avere un Ministro degli Esteri sconfessato dal suo partito con una guerra in corso, non è il massimo della vita, perché rappresenta l'Italia". Per Berlusconi, il crollo dei 5 Stelle rende lontana la sinistra da qualsiasi ipotesi di vittoria elettorale. Il Segretario del PD, Letta, si augura che in Parlamento prevalga comunque l'unità.