I conflitti e il nuovo scenario geopolitico irrompono nella campagna elettorale, europee che vogliono dire innanzitutto Europa oltre che equilibri interni ed Europa oggi vuol dire posizione sul fronte ucraino. Se infatti c'è attesa in Parlamento per il voto sulle missioni all'estero e sull'ormai nono pacchetto di aiuti bellici a Kiev, tutti i partiti si allineano sul chiaro e netto no a ogni ipotesi di invio di truppe in Ucraina come invece ipotizza il presidente francese Macron. Il Governo su questo però è netto "Non esistono le condizioni per un intervento diretto", spiega il Ministro della Difesa Crosetto dopo che il titolare della Farnesina aveva escluso ogni possibilità in tal senso perché le sue parole "Non siamo in guerra con la Russia." Tutti o quasi tutti confermano però il pieno e totale sostegno anche militare a difesa dell'integrità territoriale del Paese aggredito la via maestra resta in ogni caso quella della diplomazia e qui l'unanimità appare più che evidente. Da Azione Calenda ribadisce ora più che mai la necessità di una politica di difesa comune europea e anche per Renzi Macron sbaglia e se nel PD non mancano sfumature diverse anche sullo stesso sostegno bellico a Kiev la linea dell'appoggio all'Ucraina resta chiara. Mentre dai 5 Stelle Conte attacca la politica del Governo definita "Poco chiara" sul fronte della diplomazia "L'unica via era e resta quella del negoziato" dice il leader pentastellato.























