Che il giorno dell'inizio della vaccinazione in Europa sia per noi in Italia un piccolo, significativo passo lo dicono tutti gli esponenti politici, a partire dal Presidente del Consiglio che ha parlato di un'Italia che si risveglia, mentre il ministro Boccia assicurava che l'Italia delle regioni è chiamata a uno sforzo che non ha precedenti nella sua storia, i suoi passi concreti da fare a questo punto, così come sul numero di vaccini arrivati nel nostro Paese che si tornano a vedere le distanze, con l'ottimismo celebrativo di Pd e 5 stelle, Italia Viva che avverte sulla necessità di non commettere errori, l'opposizione è già molto preoccupata per quella che definisce eccessiva incertezza, quindi dal Pd Zingaretti ringrazia la scienza per la nuova fase, ma avverte, ci vorranno ancora mesi di lotta e dunque di regole e responsabilità. Concetti simili li esprime il capo delegazione 5 stelle Bonafede, Renzi da Italia Viva invece insiste, adesso non possiamo perdere nemmeno un minuto, per Emma Bonino, di più Europa, bisogna convincere e informare la gente e finora su questo si è visto poco. Tutto il centrodestra, applauso per la data simbolo a parte, mostra grosse perplessità su una campagna vaccinale per cui ancora manca un vero cronoprogramma, dicono fra gli altri Bernini e Gelmini da Forza Italia e poi c'è la questione delle circa 10000 dosi arrivate per il primo giorno, a fronte delle molti di più in altri Paesi, Germania in testa, era solo una cosa simbolica, nelle prossime ore si comincia con le dosi vere, è la spiegazione, che però non convince affatto l'opposizione. Nel frattempo c'è un nutrito numero di politici pronto a vaccinarsi in pubblico per dare l'esempio. Fra loro, Zingaretti e Berlusconi, peraltro già usciti dal covid e poi Renzi, Di Maio, il ministro della salute Speranza. Meloni e Salvini, invece, si dicono contrari a clamori mediatici sul tema e affermano che lo faranno quando toccherà a loro.