Quel che la vicenda Venezuela unisce, Di Battista divide. E' il Movimento 5 Stelle che si compatta su presunti soldi ricevuti nel 2010 direttamente dal Governo Chavez e che invece rischia di precipitare fino a evocare la scissione dopo la richiesta di un Congresso da parte del caudillo pentastellato che ha sfidato Beppe Grillo. A difendere l'anima del movimento dalle accuse del quotidiano conservatore spagnolo ABC si sono spesi tutti, a cominciare dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Non c'è nulla da chiarire, ha affermato, i responsabili del movimento hanno già assicurato che si tratta di una fake news. Davide Casaleggio, figlio del cofondatore del movimento, ha annunciato il ricorso alle vie legali. Tutti graniticamente uniti, insomma, nel definire il presunto scoop una colossale fake news confezionata anche grossolanamente. Invece che di queste bufale, sarebbe bello ogni tanto ricordare che il Movimento 5 Stelle ha restituito 111 milioni di soldi pubblici o di quanto abbiamo fatto per le famiglie, per le imprese, per i cittadini, dalla cassa integrazione agli aiuti a fondo perduto, di questo e di altro vi parleremo durante il riparte l'Italia tour. Forza Italia ha organizzato una manifestazione di protesta sotto l'ambasciata venezuelana a Roma. Ma il seme della protesta sembra esser stato piantato da dentro nel movimento, dopo che Alessandro Di Battista ha chiesto un Congresso. C'è grande tensione nei gruppi parlamentari dove circola sempre più frequente lo spauracchio di una scissione. Poi io sento solamente l'odore del dibattito, il profumo della dell'innovazione attraverso il dialogo, quindi in realtà non vedo, io non lo vedo questo rischio scissione, poi lo leggo, lo leggo sulla stampa, e ne prendo atto, però, per adesso mi sentirei di dire che non è così. Scindersi sarebbe fatale per il movimento, ma non solo. L'idea su cui si lavora è di una guida collegiale che possa spegnere le fiamme prima che brucino tutto, maggioranza, Governo e legislatura.