Fino ad ora, dall'inizio della crisi energetica ad oggi, l'Italia ha investito a sostegno di imprese e famiglie, il 2,8% del PIL. 49,5 miliardi di Euro che ne fanno il secondo paese in Europa ad aver stanziato più aiuti. Per Palazzo Chigi, la conferma che anche senza fare nuovo debito si è riusciti a dare il massimo e che questa è la strada da continuare a seguire. Nei prossimi giorni ci sarà un decreto interministeriale che prorogherà fino al 5 ottobre il taglio delle accise sui carburanti: 30 centesimi al litro di sconto che finirebbe il 20 settembre. A metà della prossima settimana, si dovrebbe poi avere un quadro più chiaro sull'entità delle risorse disponibili e sulla possibilità di prorogare anche tutte le altre misure già messe in campo; ma il nodo non è tanto legato alle misure tampone quanto alla durata di una crisi che non sembra passeggera. Alcune compagnie petrolifere hanno stimato che questo momento potrebbe durare anche 3 anni: se così fosse, è evidente che non si può ragionare solo in ottica di sussidi e bonus. Ecco perché la pressione è massima, affinché vi sia una svolta a livello internazionale. Dal tetto al prezzo del gas ma anche e soprattutto al disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità da quello del metano; strada quest'ultima che sembra più a portata di mano e che produrrebbe un effetto immediato sulle bollette. Ciò non toglie che ci sarà anche un piano di risparmio energetico: dai termosifoni più bassi e il riscaldamento acceso per meno tempo. C'è poi il capitolo PNRR: le entrate, garantite dal piano, sono fondamentali per il bilancio. Ma perché queste non siano compromesse, bisogna centrare tutti i target indicati. Motivo per cui, dal Governo è arrivato il richiamo a tutte le amministrazioni affinché si acceleri sulla realizzazione di quanto programmato. Nessuna campagna elettorale può portare ritardi, anche per lasciare al Governo che verrà una situazione chiara ed ordinata.























