Da un lato il messaggio che arriva da Palazzo Chigi, cui spetta l'iniziativa diplomatica con le parole dei Ministri, Lega compresa e soprattutto del titolare della Farnesina, dall'altro, Matteo Salvini che non demorde, pronto a proseguire la sua azione volta ribadisce alla ricerca della Pace pronto a dialogare con tutti e a condannare quello che definisce un linciaggio mediatico: "Non pensavo a tre o quattro giorni di polemiche a reti unificate soprattutto a Sinistra, per un'iniziativa di Pace, per una richiesta di cessate il fuoco anche perché tornare alla Pace è urgente non solo per salvare vite in Ucraina ma è urgente per l'Italia". Con Di Maio il rapporto sembra ai minimi termini, Salvini rilancia, parlando di Ministro non ritenuto operativo e credibile. La replica è immediata: "Da lui, critiche da film già visto le parole di Di Maio, verso il quale però torna a rivolgersi ancora Salvini: "Se i russi non vogliono parlare con lui, è mio dovere parlare con chiunque facendolo in maniera trasparente, quanto poi all'opportunità di andare a Mosca, conferma, se posso essere un mezzo di incontro e ritorno al dialogo mi metto a disposizione, non saranno due critiche o insulti a fermarmi". Per il segretario PD Letta, Salvini danneggia l'immagine dell'Italia e la causa stessa della Pace. Ironico Renzi: "lasciamo fare a quelli bravi" dice, leader di Italia Viva. Insomma, questione che resta aperta tensioni pure soprattutto in vista del voto in aula del 21 sulle comunicazioni del Premier per il prossimo Consiglio Europeo. Voto chiesto dai 5 Stelle, il cui leader Conte punzecchia proprio la Lega, invitandola alla coerenza sull'invio di armi a Kiev un passaggio rischioso per il ministro leghista Giorgetti. Draghi persegue l'obbiettivo della Pace dice ma il Parlamento è sovrano e quindi se non la pensa come il Premier, bisognerà trarre le conseguenze e poi risvolti economici del conflitto l'inflazione galoppante, il tema della perdita del potere d'acquisto dei salari con il Governo pronto a intervenire ma sulla base dei dati e di volta in volta senza tassare le rendite come chiede la CGIL: "Ma non deve succedere neanche una redistribuzione del reddito manichea, togliamo ai ricchi per dare al lavoro dipendente, togliamo al lavoro autonomo per dare lavoro dipendente dobbiamo aumentare la produttività del lavoro di tutti i fattori produttivi e dobbiamo aumentare i salari strutturalmente. Per il Ministro Orlando, sui salari in Italia nessuno propone automatismi ma occorre alzarli presto un confronto con le parti sociali.