Virus, fase 2 di riapertura graduale e lenta

08 apr 2020
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Nelle incertezze della fase due, una certezza c'è: non sarà un “liberi tutti”, non sarà tutto e subito come prima. Apertura graduale e a passi cauti, questo ripetono tutte le fonti per trasmettere a un'Italia, chiusa in casa da oltre un mese, l'idea che il pericolo più grave sarebbe quello di una ripresa dei focolai e di un drastico passo indietro. Poi, un altro dato certo: comincerà a muoversi prima l'apparato produttivo, poi toccherà ai privati e alle famiglie, con una tempistica di settimane e non di giorni, a partire da dopo Pasquetta e via via fino a maggio inoltrato. Le prime aziende autorizzate a una parziale riapertura, saranno quelle che supportano la filiera dell'alimentare e del farmaceutico, packaging, elettronica di settore e quelle ad altissima automazione. Per gli altri settori, il via libera sarà più scaglionato. Un nodo non ancora sciolto è quello di alcuni comparti produttivi, concentrati soprattutto al nord: siderurgia, meccanica e manifattura. Nessuna fonte si sente di scommettere su date o tempi certi, rimane tassativo l'obbligo di distanza tra lavoratore e lavoratore: più di un metro. Anche per le attività commerciali il calendario di riapertura sarà differenziato, soprattutto, sarà necessario assicurare ingressi nei locali a piccoli gruppi, come accade ora per supermercati e alimentari, con inevitabili code che si sperano più snelle. Negli uffici e negli studi professionali che continuano ad essere aperti, sarà ancora incentivato il lavoro agile o smart working. Parrucchieri e centri estetici sono considerati fra le attività più a rischio per il contatto troppo ravvicinato col cliente, ma sono tantissimi gli italiani e le italiane che si sono identificate col Capo dello Stato, Mattarella, che in un fuorionda, prima del messaggio alla Nazione, ha fatto riferimento proprio alla mancanza del barbiere, per questo, ogni riapertura sarà legata alla possibilità di prenotazione e di presenza di un solo cliente per volta. Uno dei passaggi più temuti dal Comitato Tecnico Scientifico, e di conseguenza dal Governo, è quello del rafforzamento del trasporto pubblico, necessario per consentire, a chi riprende l'attività, di raggiungere il luogo di lavoro. Le soluzioni vanno concordate con le aziende di trasporto locale, ma già si prevedono limitazioni per evitare affollamenti e assicurare distanze adeguate fra i passeggeri. Nella possibile tabella di riapertura, uno degli ultimi posti spetta ai locali pubblici, come bar e ristoranti, dove la socialità spinge le persone a incontri ravvicinati e potenzialmente pericolosi. Saranno favoriti quei locali che riescono a mantenere distanze maggiori fra i commensali e fra i tavoli, oltre a quelli che possono mantenere tavoli all'aperto. Un calendario, quindi, ancora da scrivere, per non bruciare, in pochi giorni, i sacrifici smisurati un intero Paese.

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