Testimonial d'eccezione della Giornata internazionale dei musei è Abel Ferrara il regista che viene dal Bronx, come ama definirsi lui, protagonista di una performance attoriale del progetto poetico di Gabriele Tinti sulla passione di Cristo. Dopo l'attesa della crocifissione davanti al Cristo alla colonna del Bramante, presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, Ferrara racconta in versi il Cristo ucciso prima della resurrezione, adagiato e coperto da un lenzuolo di marmo così trasparente da creare la leggenda che fosse un tessuto marmorizzato, è il Cristo velato nella suggestiva cornice della Cappella di Sansevero a Napoli, vicino alla cavea dove si trovano ancora oggi le macchine anatomiche su cui il Principe Raimondo di Sangro faceva i suoi esperimenti. La leggenda vuole che il velo, inizialmente, fosse di tessuto poi marmorizzato grazie ad una alchimia speciale. "Effettivamente il Principe di San Severo era uno scienziato, uno sperimentatore e quindi si è pensato che, diciamo così, avesse avuto parte, addirittura, nella realizzazione del Cristo velato, in questo caso si tratta di una leggenda e la vera alchimia si creò tra il committente e questo giovane scultore per arrivare alla realizzazione di un capolavoro simile." "É un vulcano Abel." "Amore e sangue fanno parte della Cappella?" "Ma certo, c'è il sangue di Cristo. Tutto quello che sappiamo è che la crocifissione è coperta di sangue, è una parte della passione.".