Le uniche cose per le quali sei pagato sono allenarti e giocare a pallone. Stai sempre sui giornali per le tue continue cazzate. Una storia di fantasia che ha molto di vero. Lei vuole che un calciatore studi, per prendere la maturità. Un giovane asso del calcio, successo e fama che non riescono a colmare quei buchi neri dell'anima che sono un tormento anche per chi sembra avere tutto, tranne la disciplina. Al cinema arriva l'incontro scontro tra un professore e un calciatore di Serie A. Il Campione, per la regia di Leonardo D'Agostini, protagonisti Andrea Carpenzano e Stefano Accorsi. Per essere una storia di fantasia si ispira a tante cose realistiche, vere insomma, reali non realistiche e che secondo me poi esulano anche del mondo del calcio, non sono solo specifiche in quel mondo lì, ecco. È vero che oggi la fama, i soldi, il successo sono una forte ambizione per tante persone e alle volte poi chi riesce ad ottenere queste cose, soprattutto se è molto giovane, non è così semplice gestire. Quindi è soprattutto un film fra due persone che si incontrano insomma, è un film profondamente umano. Che cosa insegna? Letteratura, filosofia e storia, ma copro anche le materie scientifiche. È vero che è un personaggio che essendo magari meno di impatto di altri, mi offriva una gamma espressiva molto molto interessante, insomma e poi diciamo che soprattutto mi interessava umanamente questo personaggio, mi interessava il suo percorso, perché è come una storia di formazione nei due sensi. No? Ed è vero che, ecco, per esempio anche gli aspetti di commedia che sono una cosa che a me diverte tantissimo e che non mi capita molto spesso di poter fare, mi allettavano molto. Un film dai buoni sentimenti, ma non buonista, racconta con leggerezza anche i drammi della vita, senza però fare sconti. Di che hai paura, Cri’? Di rimanere solo.