163 anni di Esercito ed una necessità che i vertici della forza armata considerano fondamentale. Riformare per adeguarsi ai nuovi scenari internazionali, che appaiono cupi. Sensazione questa, che trapela già nel messaggio di saluto in apertura delle celebrazioni da parte del Capo dello Stato. Nella realtà geopolitica che viviamo, dove conflitti e guerre minano la pace e minacciano le libertà e la sicurezza della stessa Europa, l'esercito si conferma elemento essenziale del nostro strumento militare, afferma Mattarella, e quando prende la parola anche il Capo di Stato Maggiore della forza armata, rivendica la priorità del cambiamento: "La capacità dell'esercito di operare in tutti questi domini, classici, nuovi ed emergenti, richiede un processo di rinnovamento basato non solo su un vasto programma di ammodernamento e approvvigionamento di nuovi mezzi, equipaggiamenti, sistemi di armi avanzati e tecnologie, ma anche di innovazioni". "Il mondo è cambiato improvvisamente, e noi dobbiamo adeguare le nostre forze armate, e l'esercito, come le altre, deve adeguarsi. Gli ultimi due anni ci hanno riportato in uno scenario in cui la guerra può entrarti in casa, in cui il tuo sviluppo commerciale ed economico dipende da minacce ibride a migliaia di chilometri". Meno burocrazia, più tecnologia, innovazione e ricambio generazionale, le linee programmatiche di esercito e politica. Mentre a Roma sfilano i reparti, e di fronte anche alla Premier Giorgia Meloni, c'è la dimostrazione delle capacità operative, con la simulazione che vede l'impiego di mezzi di terra, elicotteri e due Eurofighter. Un ambiente ostile, simulato, per essere pronti a quanto, nella speranza comune, si deve assolutamente evitare: quell'escalation dei conflitti in corso che preoccupa sempre di più l'intero Occidente.