Attacchi inaccettabili. Sono le parole ripetute da giorni, che però non fermano Israele. Questa volta a pronunciarle è Giorgia Meloni a colloquio telefonico con Benjamin Netanyahu. Ma intanto il suo esercito torna a colpire UNIFIL, dopo che lo stesso Netanyahu, in un messaggio video in inglese, ha chiesto all'ONU di ritirare i caschi blu in missione nel Sud del Libano. Caschi blu, tra loro il contingente italiano con più di 1.000 soldati della Brigata Sassari, che contano altri 15 feriti nelle ultime ore, intossicati dai gas delle esplosioni che hanno investito uno degli avamposti. Netanyahu afferma che farà di tutto perché non vengano di nuovo coinvolti nelle operazioni, intimandogli in pratica di andarsene, ma intanto arriva la dura risposta libanese, il premier Mikati condanna la richiesta di Gerusalemme e UNIFIL torna a chiedere con urgenza spiegazioni dopo le ennesima violazioni israeliane che definisce scioccanti. L'episodio più grave all'alba di domenica, quando due carri armati Merkava dell'IDF forzano l'ingresso principale di una base e avanzata di UNIFIL, appartenente al contingente ghanese, situata lungo la Blue Line. Gli israeliani chiedono di spegnere le luci all'interno della base, me i caschi blu si rifiutano e i Merkava si ritirano dopo quasi un'ora di permanenza. È proprio nel Sud del Libano, tra la linea di demarcazione e il fiume Litani, che infuriano i combattimenti più pesanti. Qui opera UNIFIL. "La sicurezza dei soldati UNIFIL deve essere sempre garantita", dice Giorgia Meloni a Benjamin Netanyahu, con il Ministro della Difesa Crosetto che da tempo chiede la revisione delle regole di ingaggio della missione ONU.