Il 14 maggio del 1924 trentatré lungimiranti viticoltori decisero di creare in Italia il primo consorzio di vino: quello del Chianti Classico. Un gallo nero come simbolo e l'intuizione di una casa comune per la tutela e la promozione di un prodotto unico al mondo perché frutto di un territorio circoscritto. "E gli obiettivi che accomunavano allora i trentatré viticoltori fondatori, padri fondatori veri e propri, sono gli stessi di oggi. Quindi difendere il frutto del lavoro dei viticoltori e aiutare i viticoltori ad affrontare i mercati di tutto il mondo". I soci sono diventati 450 ma i valori dopo un secolo sono gli stessi: l'amore per il territorio e la ricerca continua dell'eccellenza. Crisi geopolitiche, sfide della globalizzazione e cambiamento climatico e problemi della modernità, il consorzio del Chianti Classico presenta in occasione del suo centenario un manifesto per la sostenibilità con 57 regole di indirizzo tra cui l'incremento delle percentuali di biodiversità e la valorizzazione dei lavoratori del territorio. "Sostenibilità dal punto di vista ambientale che il Chianti, l'area di produzione del Chianti, rappresenta al meglio, con la capacità di far comprendere al primo sguardo come il lavoro dell'uomo valorizzi il territorio e sia in grado di garantire l'ambiente. E quindi va protetto attraverso la sostenibilità economica e di reddito".