La transizione verso le energie pulite è inarrestabile in tutto il mondo, ma l'utilizzo delle fonti fossili rende gli obiettivi climatici sempre più difficili da raggiungere. È in sintesi quello che emerge dall'ultimo rapporto dell'Agenzia Internazionale dell'Energia. Secondo l'agenzia l'attuale utilizzo di carbone, gas e petrolio, e il conseguente aumento delle emissioni, rischia di spingere l'innalzamento della temperatura media globale a 2,4 gradi rispetto ai livelli preindustriali, superando di molto l'obiettivo del grado e mezzo fissato dall'accordo di Parigi. Una soglia, che secondo la scienza, porta a eventi estremi sempre più frequenti e intensi. L'obiettivo, tecnicamente è ancora raggiungibile, ma allo stato attuale è fuori portata, gli investimenti nelle fonti fossili dovrebbero essere dimezzati. Quello che emerge dal rapporto è un chiaro allarme. I dati dell'agenzia, guidati da Fatih Birol, però sottolineano anche aspetti incoraggianti: per la prima volta viene previsto che la domanda per carbone, gas e petrolio, raggiungerà il picco entro il 2030. Una previsione basata non sulle promesse, ma sulle attuali politiche dei governi. Il World Energy Outlook arriva a quasi un mese dall'inizio della Cop28 di Dubai, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. I leader dovranno fare i conti con il raggiungimento degli obiettivi, e dovranno farlo in uno Stato dove la pressione del mondo del fossile si farà sentire più che mai.