Oggi ho una brutta notizia. A meno di una settimana dalla COP26 di Glasgow, siamo ancora sulla buona strada per la catastrofe climatica. Parole apocalittiche, ma efficaci, quelle di António Guterres, Segretario Generale dell'ONU, in occasione della presentazione del Rapporto sul divario delle emissioni 2021 delle Nazioni Unite, l'Emissions Gap Report 2021, dal titolo emblematico The Heat Is On, è la 12esima edizione di una serie annuale, che fornisce una panoramica della differenza tra il punto in cui si prevede che saranno le emissioni di gas serra nel 2030 e dove dovrebbero essere per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico. Il divario di emissioni è il risultato di un divario di leadership, continua Guterres, l'era delle mezze misure e delle false promesse deve finire, il tempo per colmare questo divario, deve iniziare a Glasgow. Quello che l'ONU chiede, in occasione del Vertice sul Clima COP26, è che i leader vengano con piani audaci, vincolati nel tempo, per raggiungere lo zero netto. L'aumento dei 2,7 gradi è bene al di sopra dell'obiettivo dell'accordo di Parigi e porterebbe a cambiamenti climatici catastrofici. Per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di un grado e mezzo, massimo 2 gradi in questo secolo, l'obiettivo ambizioso di Parigi, il mondo ha bisogno di dimezzare le emissioni annuali di gas serra, nei prossimi otto anni. L'Australia, ricca di carbone, ha fissato l'obiettivo zero emissioni nette, entro il 2050. A pochi giorni dal G20 di Roma che precederà la Conferenza Internazionale ONU sul Clima, di Glasgow, i grandi Paesi del pianeta si presentano divisi, tra chi intende arrivare all'obiettivo delle emissioni zero entro il 2050, come annunciato da USA, Unione Europea e Canada e chi posticipa il traguardo al 2060, come Russia e Cina.