"Sono nato e vissuto a Venezia. Per me Venezia è tutto, ce l'ho nel cuore, ho una passione e la trasmetto anche ai turisti." Bellissima e fragile come la più prestigiosa delle opere d'arte e come tale Venezia va trattata, facendo di tutto per preservarla. E' il presupposto su cui l'Unesco fonda la sua ultima relazione riguardo la Serenissima, una città che secondo l'Organizzazione Internazionale che Tutela i Patrimoni Culturali del Mondo, potrebbe nel prossimo futuro cambiare il suo volto per sempre in modo disastroso e irreversibile. La colpa sarebbe del turismo di massa a tratti incontrollabile e degli eventi climatici che sempre più estremi e frequenti impattano sull'ambiente ma anche dello sviluppo continuo in campo edilizio. Per questo l'Unesco paventa l'ipotesi di inserire il capoluogo veneto nella lista dei siti in pericolo. Uno stimolo a fare di più e meglio per proteggere un bene culturale unico al mondo e che tutti nel mondo sognano di visitare prima o poi. "Noi di turismo ci viviamo però è vero che forse bisognerebbe fare una programmazione a medio termine in cui magari si decide di gestire i flussi dividendo il turismo pendolare da quello che dorme in città." Turismo sì ma che sia sostenibile. A chiederlo a gran voce è chi ogni giorno da anni lavora con chi visita Venezia e così l'ha vista cambiare nel tempo. "Non vogliamo un sovraffollamento della città ma vogliamo un turismo di qualità, un turismo che conceda alla gente di apprezzare la città per com'è e per come dovrebbe essere." E poi c'è il tema ambientale. Non bastano per l'Unesco gli sforzi fatti dall'Italia nel 2021, impedendo alle grandi navi di transitare nei canali di San Marco e della Giudecca. Per le associazioni di categoria la transizione ecologica non si può più rimandare anche e soprattutto nella Laguna. "Ma dovrebbe già essere avvenuto perché non esiste in questo momento per quanto si parli di sostenibilità nella città di Venezia un numero sufficiente di colonnine elettriche ad esempio per garantire l'infrastruttura a chi deve convertire il mezzo, così come non esistono incentivi dedicati e particolari e soprattutto un blocco totale a quelli che sono i motori più inquinanti.".