La situazione è molto grave, ma invertire il processo di declino della salute dei nostri mari è ancora possibile. La comunità scientifica e i rappresentanti dei maggiori organismi internazionali, riuniti a Venezia, si rivolgono ai governi di tutto il mondo. L'occasione è l’incontro sul Mar Mediterraneo, organizzato dalla Commissione oceanografica italiana, Unesco e Commissione europea. Gli ultimi dati dimostrano che il riscaldamento del Mediterraneo va molto più veloce di quello che succede in altri bacini dell'oceano globale. La plastica; purtroppo si è visto che la concentrazione di microplastiche nel Mediterraneo, in particolare, tra l'altro è una zona vicina all'Italia, è una delle più alte del mondo. La ricerca Marina e le politiche di sviluppo sostenibile delle attività economiche legate al mare, sono di fondamentale importanza per l'Europa e per il nostro Paese. L'Italia è al sesto posto a livello mondiale nella ricerca, e al decimo posto per i risultati scientifici. I nostri mari sono soggetti a tanti stress ambientali, amplificati anche da problemi legati al cambiamento climatico che nella zona del Mediterraneo ha dei segnali molto amplificati. Migliorare l'utilizzo delle risorse marine, sviluppare un'economia del mare attraverso nuove tecnologie, tutelare gli ecosistemi costieri, lasciare alle generazioni future, mari e oceani sani è un dovere di tutti. L'obiettivo di questo workshop che facciamo in questi giorni è capire quali sono le azioni scientifiche e le raccomandazioni politiche che noi dobbiamo prendere per contribuire a fare un passo indietro sullo stato attuale dell'ambiente marino. I governi devono veramente prendere delle decisioni perché non c'è molto tempo da attendere.