Verso Cop26, l'intervista di Sky TG24 a John Kerry

01 ott 2021
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"Noi perderemo qualcosa come 10 milioni di persone all'anno perché muoiono di inquinamento. I gas effetto serra, l'emissione di CO2 che poi ricade negli oceani, aumentiamo il livello di acidità degli oceani, la maggior parte del calore, il 90% del calore ricade poi nell'acqua dell'oceano. Vede, tutti questi elementi, poi, non fanno altro che aumentare i costi di noi cittadini ogni singolo giorno. Noi in America spendiamo miliardi e miliardi di dollari, denaro che arriva dalle tasche dei contribuenti, per andare a ripulire ciò che succede dopo il disastro da una tempesta, oppure per tenere sotto controllo degli incendi, dei roghi, oppure spostare e ripulire il fango dopo degli smottamenti, o ancora una volta finanziare gli agricoltori che hanno perso i raccolti. In America paghiamo 50 miliardi di dollari all'anno per aiutare i bambini che sono ricoverati a causa dell'asma, asma causata dall'inquinamento dell'aria che respirano. Per cui abbiamo sicuramente delle alternative migliori per poter riuscire a vivere ogni singolo giorno meglio, a raccogliere meglio le sfide di ogni singolo giorno. Perché, appunto, ogni cittadino al mondo sta pagando comunque ogni giorno sempre di più. Più noi portiamo avanti questi sforzi per implementare sempre più veicoli elettrici, più velocemente scenderanno i prezzi e meno cari diventeranno i veicoli e anche i carburanti, i nuovi carburanti". "Glasgow vuol dire ambizione. Ma l'abbiamo raggiunto un elevato livello di ambizione? Riusciamo quindi, in questo modo, a seguire i consigli degli scienziati per restare su questo aumento della temperatura massima di un grado e mezzo? Secondo lei i Grandi Player avranno questa volontà? Riusciranno veramente a fare tutto questo, ad arrivare ad aumentare il livello di ambizione? Gli Stati Uniti, la Cina e l'Unione Europea?" "Guardi, voglio essere veramente molto molto netto e chiaro. Allora io sono più che fiducioso, sono speranzoso. E voglio essere chiaro per una seconda volta. Guardi, il 55% del Prodotto Interno Lordo mondiale, del PIL mondiale, ha fatto una promessa, ovvero: creeremo programmi specifici per rimanere sul grado e mezzo. Si tratta di Canada, Giappone, Stati Uniti, il Regno Unito e, ovviamente, l'Unione Europea. Questi Paesi fanno il 55% del PIL mondiale. Quindi, vede, ci sono delle persone, dei Paesi che hanno seguito il giusto percorso con degli impegni. Alcuni Paesi, invece, non si stanno ancora impegnando. Sono questi i Paesi che dobbiamo invitare. Questi Paesi devono implementare dei piani di riduzione CO2 o degli inquinanti generali più forti, più importanti. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto negli ultimi mesi: abbiamo lavorato molto sulla cosiddetta diplomazia climatica. Ci sono dei Paesi, ci sono anche delle Nazioni intere, che devono in effetti rispettare nuove regole. Noi dobbiamo dare il benvenuto a questi Paesi, all'interno di un percorso che ci permetterà di ripulire questo Pianeta. Fra 30 goirni, fra un mese, ci incontreremo, appunto, a Glasgow. Quello che ci serve adesso è avere quanti più Paesi possibile che si mettano veramente a lavorare seriamente per noi. Non per noi, per tutti noi e, meglio ancora, per tutto il Pianeta. Dobbiamo assolutamente lavorare per abbassare questo riscaldamento globale. Sappiamo quali sono i problemi con diversi Paesi, con la Cina, beh, insomma, speriamo di trovare veramente un terreno d'intesa comune". "In questi negoziati, in queste trattative, i vari numeri, le varie parole pronunciate, ci fanno capire che probabilmente non ce la faremo, insomma, a raggiungere queste ambizioni. E veramente, se questo accadesse? Se non riuscissimo veramente ad essere abbastanza ambiziosi? Cosa succederà se noi non riusciremo ad arrivare a questi risultati a fine summit?" "Guardi, io vedo Glasgow come una piattaforma che ci permetterà di siglare, ancora una volta, rafforzare grandi ambizioni, ancora più elevate di quelle di Parigi di qualche anno fa. Allora, se questo non dovesse succedere, beh, nei prossimi anni allora dovremmo fare un'altra promessa. Gli scienziati ci dicono: guardi che abbiamo un periodo, 10 anni circa, nei quali possiamo prendere delle decisioni adesso per evitare peggiori conseguenze. Glasgow non finisce la sera stessa dell'incontro, neanche la settimana dopo, neanche un mese dopo. Quello è un trampolino di lancio. Dobbiamo cercare tutti di rispettare le regole di cui, di nuovo, si parlerà a Glasgow". "I vari Paesi, come gli Stati Uniti, cosa possono fare quelli ricchi per aiutare quelli poveri a implementare gli strumenti climatici? Posso far riferimento a una grande domanda, cioè: come utilizziamo flussi finanziari e come facciamo a utilizzarli per provvedimenti di adattamento?" "Ci abbiamo lavorato moltissimo, moltissimo. Biden, a New York, ha di nuovo aumentato quello che è l'impegno finanziario degli Stati Uniti. Abbiamo raddoppiato ciò che avevamo appena raddoppiato, giusto qualche mese fa. In questo momento, ripeto, abbiamo doppiato questo sforzo: 11,6 miliardi di dollari per arrivare pian piano ai 100 miliardi che ci servono per rispettare la promessa siglata a Parigi. Questo non è sufficiente, tanto è vero che il nostro report ci dice che servono migliaia di miliardi: da 2,6, da 2.600 a 4.000 miliardi di dollari all'anno. Noi lavoriamo con le sei più grandi banche americane. Loro ci hanno fatto una promessa: nei prossimi anni investiranno massicciamente, pesantemente, circa 4.600 miliardi di dollari all'interno della transizione, cioè attività che hanno a che fare con il clima. Noi cercheremo, da parte del Governo, di accelerare, appunto, questa volontà, questa capacità di realizzare questi investimenti. Lo faremo collaborando con il settore privato, mettendo attorno allo stesso tavolo il Governo e il settore privato. Guardi, il Primo Ministro Modi, in India, ha promesso di implementare 450 Gigawatt di nuove energie, rinnovabili ovviamente, verdi o green, in India per i prossimi anni. Sfruttiamo questa tecnologia, mettiamo finanze sul tavolo, tutti insieme, in modo tale che questo dispiegamento possa effettivamente aver luogo. E se questo luogo, l'India, riuscirà quindi a aiutarci, appunto, a rimanere su questo grado e mezzo massimo di aumento della temperatura della superficie terrestre. Vede, tutti questi provvedimenti hanno bisogno di una cooperazione globale più elevata, più profonda ancora di quella mai constatata nella nostra storia recente. Ed è per questo, quindi, che ci incontriamo a Glasgow. Questo è il senso vero dell'incontro COP. È chiaro: serve più denaro. Serve più denaro da mettere sul tavolo e per i prossimi anni sono sicuro che troveremo questo denaro".

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