L'ipotesi di reato su cui indaga la Procura per i minori di Caltanissetta resta quella di istigazione al suicidio a carico di ignoti, ma dai primi risultati dell'autopsia una risposta certa sulle cause della morte di Larimar Annaloro non è ancora arrivata. Gli elementi fin qui analizzati non sono sufficienti a confermare o escludere nessuna ipotesi, aveva precisato il consulente di parte subito dopo l'autopsia, e nuovi accertamenti andranno svolti, soprattutto sui vestiti che la ragazza indossava quel giorno. Dagli esami sul corpo e dalle circostanze del ritrovamento sono emerse piuttosto una serie di anomalie, che richiedono ulteriori approfondimenti: il modo in cui la corda era stata avvolta, la vertebra cervicale intatta e quelle scarpe pulite in un terreno fangoso. "L'hanno uccisa!" La mamma di Larimar, che al gesto volontario non ha mai creduto, dice di essere venuta a conoscenza di dettagli su cosa sia davvero accaduto il 5 novembre, delle minacce di morte ricevute dalla figlia e persino dei nomi dei responsabili. Ma sono solo sospetti, voci raccolte da fonti indirette da verificare, così smorza i toni il legale della famiglia, dice, sono parole di una madre addolorata. Intanto le indagini vanno avanti nel più stretto riserbo. Gli inquirenti hanno sequestrato i telefoni cellulari di otto coetanei della vittima, si cerca il presunto video che un ragazzo avrebbe girato in atteggiamenti intimi con Lari e poi condiviso nelle chat. Potrebbe essere stato questo l'oggetto della violenta discussione tra Lari e una compagna nel cortile della scuola. Lari era rientrata in classe visibilmente turbata, aveva chiesto di chiamare i genitori per tornare a casa. È successo qualcosa di molto brutto, le ultime parole dette alla madre.