Dopo le mappe dei contagi e il loro tracciamento, la digital geography, ovvero la geolocalizzazione digitale, si proietta nella fase tre. Iniziando proprio dalle scuole italiane, sono più di 75 mila gli istituti pubblici di ogni grado monitorati dall'autorità per le garanzie nelle comunicazioni. In previsione dello sviluppo della didattica a distanza, il colosso mondiale dell'informazione geografica Esri, grazie ai dati forniti dall'Agcom ha realizzato una mappa nazionale della connessione ad internet nelle scuole italiane. Qui vediamo la Ftth, che è la fibra che ci porta a h sta per home, quindi fino al all'interno della scuola, siamo al 17%, mentre questi altri due sono relativi alla fibra su strada e la fibra alla cabina, e vediamo che è vero che c'è il collegamento, ma non è portato all'interno dell'istituto, al plesso scolastico. Quindi di queste 75 mila il 17% se dovesse riaprire la scuola a settembre sarebbe in grado di riaprire con una didattica a distanza funzionante. A livello europeo anche lì ci sono Nazioni che arrivano al 90%, superano il 90%. Ad esempio? Quali sono? Allora sicuramente la Svezia oppure la Danimarca operano su questi parametri. E se andiamo sulla scuola primaria, che è quella più penalizzata, l'utilizzo dell'Ftth è al 5%. Se invece andiamo sulla scuola secondaria di primo grado l'Ftth è addirittura al 2%. Se andiamo invece sulla scuola di secondo grado al 4% abbiamo l'Ftth. 17 scuole su 100 hanno connessione veloce, 5 scuole primarie su 100, 4 licei su 100. Un dato che fa riflettere, perché senza una Fftp fibra to home in grado di raggiungere ogni classe, ogni aula, la didattica a distanza è impossibile, soprattutto perché settembre è alle porte. Sicuramente il lavoro da fare è tanto, parecchio. Poi la scuola non ha solo questo problema, ne ha anche altri strutturali ben più importanti.