Per la maggior parte dei lavoratori dall'anno prossimo non cambierà quasi nulla. Con la manovra si conferma il cosiddetto taglio del cuneo fiscale che altrimenti sarebbe sparito con una perdita di soldi in busta paga per chi ha guadagni fino a 35000 euro lordi l'anno. Messo al sicuro chi godeva di questo sgravio la novità riguarda chi ha redditi superiori che dall'anno prossimo avrà dei vantaggi, parliamo di oltre un milione di italiani finora escluso da una delle misure simbolo del Governo e che sono fra i maggiori beneficiari della prossima legge di bilancio. Premiato dunque il ceto medio che avrà più denari in tasca di ora, con un vantaggio che scende all'aumentare dei guadagni. Così per esempio avrà 1000 euro in più all'anno chi è sui 37000, mentre da qui in poi la somma si abbassa gradualmente fino ad azzerarsi quando si arriva a 44000. Si corregge così una stortura del meccanismo in vigore che può far perdere oltre 1000 euro l'anno a chi non rientra nel perimetro dello sgravio così come disegnato fino ad adesso. Come ho detto invece non ci sono sostanziali modifiche e vantaggi economici per chi ha stipendi più bassi. In media 100 euro al mese che sarebbero svaniti se il taglio del cuneo fiscale non fosse stato replicato. Le modifiche tecniche per chi ha redditi più bassi non cambiano la sostanza anche se rischiano di perdere dei soldi rispetto a ora chi ha entrate aggiuntive rispetto allo stipendio e ha un reddito superiore a 32000 euro l'anno. Da ricordare poi che il taglio del cuneo adesso è previsto per cinque anni ed è affiancato per lo stesso periodo di tempo dalla conferma della riduzione dell'Irpef per la quale un ulteriore taglio dipende da quanti denari si racimoleranno con i frutti del concordato fiscale cioè la sanatoria per le partite IVA.