"Rocco, voi avete ripetuto che non credete all'ipotesi di suicidio di tua sorella". "No, non crediamo a tutto questo". "Perché?" "Non c'erano i motivi. Non c'è una cosa fisica che possa dire: sì, è stato quello. Poi la storia non torna, la ricostruzione degli accaduti non portano a quello". I familiari non hanno dubbi. Cristina non si sarebbe mai tolta la vita. “Deve essere accaduto qualcosa. Qualcosa di grave”, sussurra Rocco Pugliese, il fratello della 27enne il cui corpo senza vita è stato trovato domenica a Caldiero, in provincia di Verona, nell’abitazione in cui la donna viveva insieme al nuovo compagno, un 40enne della zona, e alla figlia di 5 anni, avuta da una precedente relazione. Cristina Pugliese si sarebbe impiccata nel bagno di casa, utilizzando il tubo flessibile della doccia. A dare l’allarme, il compagno della giovane donna. La ricostruzione dei fatti resa dal 40enne non avrebbe però convinto del tutto gli investigatori. L’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati: omicidio volontario il reato ipotizzato dalla procura di Verona. “Un atto necessario per poter procedere con tutti gli accertamenti tecnico scientifici necessari”, hanno precisato gli inquirenti, e per eseguire l’autopsia sul corpo della 27enne, che non avrebbe evidenziato ferite o traumi esterni. Nuovi rilievi sono stati eseguiti in queste ore all’interno della casa, posta sotto sequestro. Si cercano tracce, indizi, qualsiasi elemento utile alla risoluzione del caso.