Panni ancora stesi sulle finestre di case sventrate. Auto ritrovate come carcasse sotto il peso di tonnellate di pietre, mattoni, ferro e cemento. Cartelli vendesi su palazzine che ora è impossibile comprare. Uno scenario desolante, il quartiere di via Trilussa. "Ora lavorano mezzi pesanti e pale meccaniche per rimuovere le macerie laddove fino a martedì invece si procedeva con estrema cautela, scavando anche a mani nude, cercano i dispersi e sperando di trovare qualcuno ancora in vita." Una volta liberata l'aria i periti dovranno raccogliere elementi utili alle complesse indagini avviate dalla Procura di Agrigento. Si cercherà di capire come e perché si sia formata una tale concentrazione di gas metano nel sottosuolo, come sia fuoriuscito e cosa abbia fatto da innesco provocando la spaventosa esplosione che ha distrutto quattro edifici e reso inagibili altre decine, uccidendo 9 persone oltre al bimbo che stava per nascere. Un primo sopraluogo lo ha effettuato il super perito Antonio Barcellona, che sta' studiando i filmati e tornerà sul posto quando la zona sarà accessibile. "Deformazioni delle lamiere, garage, portelloni metallici ed infissi si sono osservate anche esternamente a tale area a diverse centinaia di metri di distanza. Si è trattato certamente di un evento esplosivo anomalo, le cui cause sono tutte ancora da accertare, i cui danni, sia da esperienza ma anche da letteratura in riferimento alla tipologia dei luoghi, sono certamente da considerare un caso più unico che raro." Intanto vanno avanti i controlli sulle condutture, chiuse per sicurezza in tutta l'area. E se chi abita nella zona rossa non può usare il gas perché è staccato, chi sta' all'esterno tiene i fornelli spenti per paura. "Spento la stufa col metano, ho chiuso tutta la conduttura del gas. Guarda, mi sono andata a comprare il fornellino per il mangiare e riscaldarmi.























