C'è un potere che si contrappone a quello della forza militare e del denaro, è quello più gentile del soft power, vale a dire della persuasione e del dialogo. Due strumenti che, se guardiamo ai conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, sembrano non godere di ottima salute. Ma proprio per questo più cruciali che mai. "L'arte del compromesso, la capacità di convincere e di trovare un dialogo che porti a degli accordi è l'unico mezzo che oggi abbiamo per non precipitare in un conflitto dietro l'altro senza fine". È il tema al centro della quinta conferenza sul soft power che si è tenuta alla Fondazione Cini a Venezia e che ha riunito un gruppo qualificato di personalità internazionali, tra questi anche il commissario europeo uscente della vecchia squadra di Ursula von der Leyen, Paolo Gentiloni, che ha sottolineato come l'utilizzo malevolo dei social media, possa minare la democrazia. Il Ministro Pichetto Fratin, secondo cui nella lotta ai cambiamenti climatici un meccanismo proibizionista non porta da nessuna parte. "L'obiettivo finale è al 2050, del raddoppio è impossibile da raggiungere con quelle che sono le produzioni neutre tradizionali. Noi dobbiamo coltivare ogni altra azione, il che significa attualmente idrogeno e naturalmente il fronte del nucleare". Fondamentale sarà coinvolgere e informare l'opinione pubblica che sul nucleare si è già espressa in due referendum. Per il ministro San Giuliano a far da volano alla nostra industria ci sono la cultura e la storia del nostro paese. "Noi abbiamo poi il più grande patrimonio culturale al mondo che è il nostro eccezionale soft power che noi abbiamo il dovere, e lo stiamo facendo con il governo Meloni, di diffondere nel mondo. Io vi voglio dare un dato, nel 2023 l'accesso ai musei italiani è cresciuto del 22% circa e circa un 33% in più per gli incassi dei nostri musei. È un successo straordinario".