Il decreto di abbattimento firmato venerdì dal presidente della provincia autonoma di Trento è stato eseguito la notte scorsa. Gli agenti del Corpo Forestale hanno proceduto all'eliminazione di M91, un giovane orso maschio cui un mese fa era stato applicato un radiocollare per monitorarne gli spostamenti. M91 negli ultimi mesi aveva seguito a lungo una persona e si era più volte avvicinato ai centri abitati tanto è bastato per considerarlo pericoloso sulla base dei criteri adottati dal PACOBACE, il Piano interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centrorientali. Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento, ha spiegato che la decisione è stata presa per scongiurare eventi più gravi di quelli già registrati, una scelta condivisa anche dall'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Il decreto prevedeva l'abbattimento senza possibilità di cattura, una volta avvistato i forestali avrebbero quindi dovuto procedere immediatamente all'uccisione e così è stato. Immediatamente, questo è il punto che molti animalisti evidenziano. Abbattere M91 poche ore dopo l'emissione del decreto ha impedito di fatto alle associazioni per la difesa degli animali di presentare ricorso. LAV, LEIDAA, OIPA hanno comunque annunciato l'intenzione di agire in giudizio per dimostrare l'illegittimità del decreto contro quella che definiscono la condanna di un orso che mai si era mostrato aggressivo.