Un corteo pacifico, così aveva chiesto il papà di Ramy Elgaml, che comunque alla fiaccolata ha scelto di non partecipare e così gli amici del 19enne hanno fatto in modo che andasse, insistendo più volte durante la serata, affinché cordoglio e rispetto prevalessero su tutto il resto. Un fiume di persone, oltre 500, ha percorso prima in silenzio e poi intonando canti funebri in arabo le strade del quartiere Corvetto. Si presenta qualche politico, i consiglieri regionali di opposizione Pierfrancesco Majorino e Carmela Rozza, quest'ultima interviene anche a parlare, non tutti gradiscono, perché in questa storia tutto il resto viene inevitabilmente fuori. La dinamica che ha portato alla morte di Ramy in sella a uno scooter inseguito da un'auto dei carabinieri, al cui alt lui e l'amico Fares Bouzidi, che guidava, non si sono fermati le chiariranno le indagini. Di certo c'è la morte di un 19enne, che ha ribadito più volte la famiglia, era integrato ed era italiano. E ci sono gli abitanti di un quartiere, il Corvetto, che accusano politica e media di fare loro attenzione solo di fronte a scontri violenti, come quelli successivi alla morte di Ramy, dimenticandoli invece nella vita quotidiana. "A partire soprattutto dal continuo svuotamento dei quartieri popolari, che non hanno palestre, non hanno biblioteche, non hanno luoghi culturali dove i giovani si possono incontrare, ma sono luoghi dormitorio dove i giovani continuano a disperdersi." In serata arriva una buona notizia accolta da un applauso dalla folla. Fares Bouzidi, il 22enne che guidava il TMax quel giorno si è svegliato dal coma, se e quando sarà in grado di parlare, forse aiuterà a chiarire la dinamica di quanto accaduto. Per cambiare il clima e sciogliere i nodi più profondi invece la strada è ancora lunga.