Addio a Calisto Tanzi, patron della Parmalat

01 gen 2022
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Per chi ne avesse voglia, ora che la storia di Calisto Tanzi è giunta alla conclusione, varrebbe la pena riflettere sulla sua parabola: quella dell'imprenditore artigiano divenuto uno dei protagonisti dell'economia, poi precipitato nell'abisso di uno dei crack più clamorosi della storia italiana. Perché nella sua, di storia, si riconoscono tutti i tratti, positivi e negativi, di una classe dirigente che ha guidato il Paese per oltre mezzo secolo. Nato nel '38 a Collecchio Calisto Tanzi era il tipico esponente di una generazione che aveva lottato nel primo dopoguerra con difficoltà enormi. Non aveva potuto laurearsi costretto, giovane, a prendersi cura degli affari di famiglia. Aveva trasformato con coraggio e grande intuizione una piccola azienda alimentare locale in un colosso, grazie a idee come il tetrapak e il procedimento UHT per i prodotti a lunga conservazione. Altra intuizione: il massiccio investimento pubblicitario. Dal '70 all'80 la Parmalat diventa un brand visibile a livello globale grazie allo Sci e alla Formula 1. Fin qui la parte luminosa, ascendente, della vicenda. Però, appunto, poi ci sono i lati oscuri che cominciano proprio in quegli anni: l'avvicinamento al potere politico e in particolare alla Democrazia Cristiana di Ciriaco De Mita. Una megalomania che lo porta, al culmine della sua ascesa, a comperare il Parma Calcio nel 1990 e a far conquistare alla squadra i suoi più grandi risultati. Sulla panchina siede un semi-esordiente Carlo Ancelotti che permette al Parma di giocare ai massimi livelli. Insomma quella di Calisto Tanzi sembra davvero la storia del boom economico italiano. Però poi naufraga di fronte a ambizioni smisurate e a una nuova realtà, più internazionale, di una partita troppo ampia che non può essere giocata con le regole, un po' provinciali, della finanza italiana di quegli anni. L'indebitamento della Parmalat e la distrazione sistematica di fondi aziendali distribuiti alla famiglia Tanzi, la falsificazione di documenti, alla fine, vengono a galla. È il 2003. È il crack Parmalat che avrebbe segnato la storia giudiziaria e finanziaria del Paese e la fine di una parabola che, per molti anni, è sembrata inarrestabile.

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