Resta in carcere la 19enne accusata di aver gettato acido contro le sue due nipoti di 24 e 17 anni, nella notte tra il 29 e il 30 maggio a Napoli. Durante l'udienza di convalida, la donna ha negato ancora di essere responsabile del gesto. In un video, si vede l'accusata maneggiare un casco bianco, che per gli investigatori custodiva l'acido. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, un gruppo di persone su vari motorini, non tutte identificate, compreso lei e una sua amica, avrebbero accerchiato le due vittime, anche loro su un motorino. Le avrebbero speronate e poi l'indagata avrebbe gettato addosso a loro l'acido. Lei ha sostenuto di non aver fatto nulla e che, anzi, l'acido era tra le mani delle due vittime, che litigavano tra loro per chi dovesse lanciarlo. Versione dei fatti diverse e ritenute in contraddizione tra loro. La 19enne, avrebbe raccontato prima che le due nipoti la stavano aspettando per tirarle l'acido, poi di essere stata lei a bloccare il motorino. Contraddizioni che ci sarebbero anche nel racconto del percorso fatto e sulla presunta disponibilità dell'acido da parte delle vittime, così come sarebbe in contrasto, con quanto ricostruito, il fatto che l'indagata fosse da sola con un'amica. L'attenzione degli investigatori, inchiesta della Squadra Mobile e del Pool Fasce Deboli della Procura di Napoli, si è concentrata anche su diversi video-social, che contenevano minacce e ingiurie verso le due vittime e verso la madre delle due. Così come il riferimento a un auto che è stata ritrovata bruciata. L'indagata, assistita dall'avvocato Bernardo Scarfò, si trova nel carcere di Pozzuoli. Il suo legale sta valutando la possibilità di ricorrere al tribunale del riesame, sulla base di elementi che ritiene siano contraddittori nell'ordinanza. Il movente dell'aggressione sarebbe da ricondurre a liti e scontri anche fisici, risalenti indietro nel tempo, in un contesto famigliare degradato è segnato da un evento famigliare e personale scabroso.