Era un bimbo che necessitava di un trapianto di cellule staminali dal padre, ma al momento di iniziare tutto il percorso trapiantologico l'intera famiglia è risultata essere stata contagiata da Sars Covid 2. Non bastava la forma acuta di leucemia contro cui stava lottando, ad aggravare la situazione del piccolo paziente di 6 anni in attesa del trapianto di midollo è arrivato anche il covid. Nell'ottobre dello scorso anno la famiglia italiana arriva a Roma da Londra dove risiede per curare al Bambino Gesù una recidiva della malattia da cui il piccolo è affetto. A marzo 2020, in piena pandemia, la scoperta del contagio. Infine il 29 maggio il trapianto con la tecnica messa a punto dal professor Locatelli. I genitori si sono liberati con una certa rapidità dell'infezione virale. Il bambino stentava a eliminare il virus perché, in ragione delle terapie precedentemente ricevute, aveva un difetto nella produzione di anticorpi, allora, grazie alla collaborazione con l'Istituto Spallanzani, in particolare il professore Bonito e con i colleghi del San Camillo, abbiamo ipotizzato di infondere il plasma ottenuto da un soggetto guarito da Covid 19. L'infusione ha permesso di ottenere l'eliminazione del virus dall'organismo del bambino che è stato successivamente trapiantato dal padre, ottenendo un completo attecchimento delle cellule del donatore, oltre che una ripresa della conta dei globuli bianchi e delle piastrine. Professore, come sta il bambino? Il bambino sta assolutamente bene e la dimissione è prossima.