Si torna a sparare, come ogni anno. La stagione venatoria è iniziata, nonostante il coro di no delle associazioni animaliste. 300.000 persone attraverso i canali web dell’Ente nazionale per la protezione degli animali hanno, in pochissimi giorni, chiesto al Governo di fermare la caccia. Niente da fare. “Il rito di sangue delle doppiette è ripartito”, attaccano le associazioni. Gli animalisti osservano che la fauna selvatica è stremata dall’eccezionale ondata di siccità che ha messo in ginocchio il nostro Paese e dai numerosi incendi che hanno causato ingenti danni ai territori. Catastrofi queste che avrebbero ucciso più di 50.000 animali di ogni specie e lo sterminio continua, attacca il coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli, che afferma che saranno 500.000 gli animali che potranno essere uccisi ogni ora, più di 12 milioni al giorno. La Lega Italiana Protezione Uccelli è scesa in campo con una denuncia, affermando che non tutti sono in regola. In undici regioni d’Italia sono assenti i Piani faunistici, precisi e indispensabili per stabilire come cacciare e come svolgere questa pratica secondo la legge. “In un Paese dove si ferma tutto, solo la caccia non si ferma mai” ha ironizzato Michela Vittoria Brambilla, Presidente nazionale del movimento animalista. Per la deputata di Forza Italia i cacciatori sono tutti anziani, avrebbero bisogno di una visita di idoneità per vedere in che stato sono. E anche stavolta gli incidenti non sono mancati. In Trentino un cacciatore è rimasto ucciso da un colpo di fucile sparato accidentalmente durante una cena fra colleghi.