Non piove e non nevica abbastanza, i laghi e i fiumi sono mezzi vuoti, quasi in secca, in particolare al Nord. Il livello del Garda è ai minimi storici e il fiume Po in sofferenza. In questa cornice drammatica l'Italia si ritrova a fare i conti con progetti chiusi nei cassetti da anni, con molta dispersione di acqua e il sottoutilizzo di dighe grandi e piccole molto vecchie, costruite anche oltre 60 anni fa. Ogni anno, stima Coldiretti, perdiamo l'89% dell'acqua piovana, le 541 grandi dighe raccolgono 7 miliardi di metri cubi d'acqua per una capacità di 13.7. Una inefficienza enorme se pensiamo che il fabbisogno idrico nei periodi di siccità è di 5 miliardi di metri cubi di acqua. Per quanto riguarda i bacini idrici: 90 non funzionano a pieno regime a causa di sedimenti di terra. È proprio con l'obiettivo di limitare questa dispersione che AMBI e Coldiretti hanno nuovamente presentato il progetto "Piano Invasi" che prevede la realizzazione 10.000 invasi meglio piccoli entro il 2030 in zone collinari e di pianura e completare quelli incompiuti, questo aumenterebbe del 60% la capacità di invaso del nostro paese, ma per farlo occorrono circa 4 miliardi di risorse pubbliche. L'acqua è una risorsa preziosa, ma si continua usarne troppa, ogni giorno consumiamo a testa 250 litri di acqua potabile, anche per questo, sempre di più, si dovrà ricorrere al razionamento dell'acqua che nel 2023 potrebbe riguardare 3,5 milioni di italiani.