Ci spiega un po', vista dal suo, mi faccia dire, posto privilegiato degli ospedali, qual' è la situazione? guardi, io credo che è importante inquadrare prima a livello nazionale quello che è emerso dall'ultima cabina di regia che poi è stato tradotto alla Presidenza del Consiglio. Noi in questo momento abbiamo un RT, cioè l'indice di diffusione del virus che è a 0 99 e in 10 regioni, però è sopra 1, quindi vuol dire che il virus circola enormemente, l'incidenza settimanale cioè il numero di casi per centomila abitanti per 7 giorni è passato da 135 di circa una settimana fa a 145. Abbiamo 5 regioni che sono ad alto rischio e le province di Trento e Bolzano addirittura hanno più di 300 casi ogni 100000 abitanti, globalmente parlando abbiamo l'indice di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, che intorno al 24 %, quindi sotto la soglia critica, ma in realtà in alcune regioni è al di sopra del 30% e alcune di esse, come l'Umbria o come il Molise, stanno adesso, trasferendo anche malati presso altre regioni. Ci sono senz'altro delle zone rosse chirurgiche e l'età media dei pazienti che sono ricoverati in ambito ospedaliero è scesa, è intorno all'età di 44 anni, quindi i pazienti più giovani. L'unico dato che credo sia positivo che è interessante è che il trend dei casi positivi tra le persone ottuagenarie che sono state vaccinate e il personale sanitario è in deciso calo, quindi da un lato c'è un panorama, una situazione complessa come quella che ho cercato di illustrare, dall'altro abbiamo dei segnali che sono dei segnali incoraggianti, proprio grazie all'utilizzo dei vaccini che speriamo si rendano disponibili prima possibile, a livello nostro, della nostra unità operativa abbiamo ormai da diverse settimane un numero costante di malati.