Nata come una soluzione in più per monitorare il contagio da coronavirus, l'app immuni è stata scaricata da 4.300.000 utenti. Il dato, analizzato dall'università di Pavia, rende una fotografia della popolazione che oggi a poco più di un mese dal lancio ha deciso di usare il tracciamento digitalizzato. Secondo lo studio, il 12% dei cittadini tra i 14 e i 75 anni e con uno smartphone usa immuni. Dopo le prime polemiche su privacy ed efficacia, secondo il ministro dell'innovazione Paola Pisano, l'app rimane un buon alleato per la sicurezza delle persone e al Senato ha rimarcato l'importanza che venga diffusa sempre di più. Per questo motivo l'applicazione anti contagio, sempre secondo il ministro, non dovrà rimanere nel bacino degli store digitali, ma dovrà arrivare tra gli studenti, tra le famiglie e questo anche grazie alla nuova campagna di sensibilizzazione, già prevista dal Ministero dell'innovazione. A spalleggiare il piano di Pisano, anche il ministro della difesa Guerini, che ha suggerito l'utilizzo di immuni per tutelare la salute del personale delle forze armate e delle loro famiglie. In Corea del sud il contact tracing è riuscito a rallentare i contagi e oggi negli Stati Uniti, il paese che si avvicina pericolosamente ai 4 milioni di casi confermati, il monitoraggio dei contatti sembra un'opzione anche per la ripartenza di molte aziende.