Relazioni di servizio falsificate ed un silenzio omertoso per coprire vessazioni, umiliazioni, violenze e punizioni reiterate. Nel carcere minorile Beccaria di Milano i giovani detenuti vivevano in un clima di terrore. Il Gip che ha firmato l'ordinanza cautelare con cui sono finiti in carcere 13 agenti della Polizia Penitenziaria, altri otto sono stati sospesi dal servizio, descrive una violenza gratuita e generalizzata. Nelle testimonianze delle vittime, almeno 12 secondo gli investigatori, c'è tutta la cronaca della sistematica violenza subita dietro le sbarre. I detenuti, si legge nel provvedimento, venivano trascinati in celle di isolamento, in stanze prive di telecamere e venivano ammanettati, privati degli indumenti e picchiati, le violenze, secondo l'accusa, andavano avanti da sette anni. In alcune intercettazioni telefoniche sono gli agenti arrestati a confermare quello che accadeva, ora devono difendersi dalle accuse di maltrattamenti, lesione, tortura e falso. Ad uno di loro viene contestato anche il reato di tentata violenza sessuale. "Questa è una conferenza stampa che non avremmo mai voluto tenere" ha spiegato il capo della Procura di Milano Marcello Viola ribadendo come sia interesse dello Stato fare luce su questi episodi. Per il PM tutti sapevano ma nessuno ha mai denunciato per paura di ritorsioni. "Dobbiamo interrogarci tutti anch'io come sia stato possibile non accorgersi di tutto questo. In questo momento ci sono molti ragazzi minori stranieri non accompagnati quindi ragazzi che non parlano bene la lingua italiana e quindi fanno molta fatica a comprendere il senso di una carcerazione, soprattutto sono ragazzi che devono anche essere qui reclusi perché mancano completamente le strutture all'esterno.".