Se l'anno scorso a tenere banco lera a proposta dell'immunità per i medici che si occupavano dei malati di Covid, oggi il Governo sta ragionando sulla tutela dei sanitari impegnati nella campagna vaccinale. Insomma uno scudo penale per i vaccinatori. Una misura che ne possa favorire l'adesione così da accelerare con la somministrazione delle dosi. In attesa che il caso AstraZeneca sia definitivamente chiarito i medici che vaccinano chiedono di essere messi al riparo da eventuali rischi penali e per evitare che più di qualcuno, intimorito dall'idea di un'indagine, rinunci all'incarico, Il ministro della Salute Roberto Speranza ha subito assicurato massima disponibilità da parte del governo che sta lavorando ad una norma in questa direzione. Tanto che, secondo il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini, il provvedimento potrebbe vedere la luce già nelle prossime ore. La richiesta, partita dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, ma abbracciata da tutti gli operatori sul campo, è condivisa dai sindacati e dalle varie categorie che man mano stanno andando a rafforzare l'esercito dei vaccinatori, che sarà schierato sul campo nelle prossime settimane con l'auspicato arrivo di massicci quantitativi di dosi di vaccino. Dopo i medici di famiglia oggi i protocolli per la partecipazione alla campagna vaccinale sono stati siglati anche da odontoiatri, pediatri e medici di base per categorie che contano complessivamente oltre 72000 iscritti. Dopo le inchieste sui casi sospetti legati da AstraZeneca e la conseguente proposta di scudo penale avanzata dai medici, ecco il parere che il professor Andrea Crisanti ha espresso oggi ai microfoni di Sky Tg24. - Non credo che ci sia proprio bisogno di questo scudo perché la vaccinazione in qualche modo è una misura di sanità pubblica, le persone vengono, sono consapevoli di eventuali effetti collaterali, non c'è nessuna per il momento connessione tra i pochissimi decessi e la vaccinazione, quindi mi sembra come dover ammettere che il vaccino è pericoloso. Quello che si chiede è un intervento legislativo ad hoc per consentire al medico in questa fase di potersi esimere dai problemi di carattere colposo. Alcuni giuristi hanno idee precise. La soluzione potrebbe essere quella di ridurre i casi in cui il medico è penalmente perseguibile. Dunque una norma che si limiti alla sola colpa grave. Un errore grossolano del medico nella fase di valutazione della situazione clinica di chi si deve vaccinare oppure un errore materiale al momento dell'iniezione. Per altri tecnici, invece, non è necessaria una norma apposita poiché non si può muovere un rilievo colposo nei confronti di un medico che applichi direttive dell'autorità amministrativa.