C'è anche la tortura, tra i reati contestati nell'ordinanza con la quale il GIP Giuseppe Montemurro ricostruisce quanto sarebbe accaduto il 27 aprile scorso, all'interno del carcere di Bari. Una violenta aggressione di cui sarebbe stato vittima un detenuto, un uomo poco più che 40enne, affetto da patologia psichiatrica. 15 le persone coinvolte, 11 sono agenti di Polizia Penitenziaria che avrebbero partecipato all'aggressione o contribuito a nasconderla; poi c'è il medico di guardia, quel giorno in infermeria, accusato di omessa denuncia e falso; infine tre infermieri, testimoni, anche loro silenziosi. Per tre agenti è scattato l'arresto ai domiciliari e altri sei sono stati sospesi. Contro gli indagati, oltre alla denuncia della vittima, raccolta dalla direzione del carcere e dal comando della Polizia Penitenziaria che hanno dato un contributo importante alle indagini, affidate dalla Procura ai Carabinieri, ci sono poi le immagini del circuito interno di sorveglianza che documentano l'aggressione seguita all'incendio di un materasso, appiccato in cella dallo stesso detenuto. Un episodio, scrive il GIP, che avrebbe dovuto evidenziare la vulnerabilità del detenuto e che invece, viene gestito dagli agenti con violenza e crudeltà, con la chiara volontà di infliggere sofferenze nella vittima e traendone quasi una forma di soddisfazione.























