Quando il marito è tornato a casa dal lavoro, intorno alle 13:00, le imposte erano insolitamente chiuse. Ha avuto un brutto presentimento, si è precipitato nella villetta, siamo a Nole Canavese, a una ventina di chilometri da Torino, e purtroppo le sue sensazioni erano giuste. In bagno, nella vasca completamente piena d’acqua, c’era la figlioletta di 10 mesi. Testa in giù, nessun segno di vita. L’uomo ha subito chiamato il 118 e con l’operatore al telefono ha cercato in tutti i modi di rianimare la piccola, ma non c’era già più nulla da fare. Vicino c’era anche la moglie, in stato di shock, con varie ferite al collo e al torace. Quando sono arrivati i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso della bimba, per annegamento. La mamma invece è stata portata in ospedale. È stata operata per le lievi ferite che si era autoinflitta con un coltello da cucina, nel tentativo di suicidarsi. Non è in pericolo di vita. I carabinieri hanno trovato dei bigliettini in cui la donna spiegava il suo gesto disperato. Gli investigatori sono fortemente convinti che la donna abbia prima annegato la figlia e poi abbia cercato di uccidersi. “Stavamo insieme da 18 anni, abbiamo voluto tantissimo nostra figlia”, ha raccontato il marito, tra le lacrime, agli investigatori. Ma quella gravidanza, tanto cercata, aveva gettato sua moglie nella depressione. Al terzo mese aveva cominciato un percorso psicologico. Stava migliorando, nel pomeriggio avrebbe avuto un altro incontro col suo terapeuta. Ma nella sua mente, forse, è arrivato prima il buio.