“Eri speciale, felice e sorridente, sempre pronto a farci ridere tutti”. Tra i biglietti lasciati lungo il canale d’irrigazione a Maccarese, dove il 3 ottobre è stato trovato esanime Alessandro Alisei, ne campeggia uno, scritto da un coetaneo. Senza escludere alcuna direzione, le indagini sulla morte dell’undicenne vanno avanti e sulla scrivania del PM Alessandra D’Amore, nel più stretto riserbo, sono arrivati i resoconti dei colloqui protetti alla presenza degli psicologi con gli amichetti di gioco e i compagni di scuola. Un fascicolo in primo piano in questa indagine, che oltre all’ipotesi dell’incidente e quella di omicidio volontario, non trascura quella di un gioco tra ragazzini finito male. Alessandro aveva iniziato la prima media nella frazione di Fiumicino dove si conoscono tutti. Alle elementari aveva una insegnante di sostegno per un disturbo cognitivo-comportamentale e nei resoconti degli insegnanti di sostegno c’era scritto “un bambino da seguire”. Alle medie, poi, da pochi giorni, si era fatto nuovi amici. Sulla morte di Alessandro si è detto e scritto tanto, ma a tre settimane dal suo ritrovamento in un canale d’irrigazione a 50 metri dalla casa della nonna resta ancora da accertare nel dettaglio la causa della morte. Da un primo quadro generale dell’autopsia il ragazzino è morto per asfissia, ma solo nelle prossime ore i risultati degli accertamenti aggiuntivi richiesti dal medico legale potranno imprimere una svolta nelle indagini e accertare con esattezza se Alessandro sia morto per annegamento.