Sempre più radicata e capace di fare affari anche nel nostro Paese. C'è la criminalità albanese dietro il traffico internazionale di droga scoperto dalla Polizia di Stato con una vasta operazione del Servizio Centrale Operativo e della squadra mobile di Bologna coordinata dalla direzione Distrettuale antimafia del capoluogo emiliano. 11 le persone finite in carcere per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacente e detenzione di ingenti quantitativi. Due i fermi emessi dalle procure di Milano e Cuneo, sequestrati 28 chili di cocaina e 11 di marijuana. Arresti eseguiti anche in Albania e in Germania, 22 complessivamente gli indagati. Tutti albanesi nell'organizzazione solo due gli esterni magrebini. Il capo si serviva di documenti speciali per viaggiare. "Aveva i contatti giusti, utilizzava degli strumenti anche per poter viaggiare all'estero, effettivamente abbiamo accertato un passaporto diplomatico, in un caso specifico, per recarsi in Sud America e in Ecuador in particolare". Dalla Germania al nostro Paese nascosta in automobile, la droga portata dai corrieri, basi a Cuneo e Milano e poi smistata attraverso un broker in varie città del Centro e Nord Italia. A Savignano sul Panaro, Modena, il punto principale di arrivo in Emilia Romagna riferimento per la piazza di Bologna. A Massa, invece, quello per la Toscana. L'indagine nasce durante la pandemia, i primi arresti all'inizio del 2021 con un sequestro che intacca in modo considerevole il giro d'affari dell'organizzazione. "È un giro d'affari rilevantissimo, abbiamo conversazioni dove loro parlano di aver subito perdite per 350 mila euro e disponibilità per acquistare sostanza che ammontava ad oltre 500 mila euro, ma quindi se mai ve ne fosse bisogno, questa è un'indagine che dimostra la notevole capacità economica dell'organizzazione criminale albanese che nel campo del traffico stupefacenti non hanno nulla da invidiare alle mafie tradizionali".