"Per noi significa che non sappiamo bene se casa nostra è ancora agibile o no, ci han detto di sì però ci hanno anche detto di andare via perché finchè la frana si muove, nessuno è sicuro di quello che succederà". Due case distrutte, 18 persone sfollate in via precauzionale a Monterenzio sull'Appennino bolognese, il fronte della frana si allarga nella frazione di Villa Sasso Nero, la terra da lunedì scorso scivola lentamente verso valle. "Siamo fortunati, non si è fatto male nessuno". In questo punto lo sbalzo è di circa mezzo metro, l'asfalto si è sbriciolato, la strada provinciale 35 è interrotta. Per monitorare l'evoluzione della frana la Regione sta valutando insieme al Comune, all'università e alla Protezione Civile dove posizionare rilevatori GPS. "Abbiamo una frana di una dimensione di 1 km di lunghezza x 500 metri di larghezza stiamo parlando circa di 8-10 milioni di metri cubi di terra mentre c'è la frana in movimento non è consigliabile intervenire, abbiamo bisogno che ci sia, diciamo, un monitoraggio proprio per questo. Successivamente metteremo in campo tutte quelle azioni necessarie". Nessun segnale, spiegano i tecnici, la frana si è mossa all' improvviso. "La frana effettivamente è cartografata ma di fatto è ferma da almeno 50 anni. Probabilmente c'è un problema di accumulo d'acqua". La situazione è seguita costantemente ed è stata creata una zona rossa. "C'è una zona rossa che è piuttosto ampia che è di un'area di quasi 4 chilometri quadrati e che coinvolge anche due strade importanti, è un impatto notevole perché chi abita qua deve per forza andare anche a scuola o per altre attività, per il commercio, per tutto deve fare svariati chilometri di altre strade che non sono bellissime".