Allagamenti, strade interrotte e un'altra alluvione. Siamo in provincia Bologna, a Budrio, paese di 18mila abitanti e 422 evacuati. A settembre, quando il fiume Idice aveva rotto l'argine e l'acqua aveva inondato i campi, ora la piena ha raggiunto il centro. Pierluigi è un geologo e vive nella frazione La Motta, è di nuovo senza casa, sfollato, aveva appena terminato i lavori dopo una precedente alluvione, ma l'incubo è tornato. "Quante volte è stato sfollato?" "Questo è la quarta, anzi la prima volta non sono neanche stato sfollato, perché non ci hanno avvisato, sono rimasto in casa con i bambini piccoli e ci hanno liberati i sommozzatori la mattina con i gommoni, l'acqua arriva qui" Camilla ha una bambina di 7 anni, anche lei è una geologa, abita a Selva Malvezzi, frazione di Molinella, teme che in futuro la situazione si possa aggravare e una nuova casa non può permettersela. "Noi abbiamo delle case con dei mutui, sono delle case di nuova costruzione e il mutuo è ancora molto molto alto". "Qual è la cosa che vi angoscia maggiormente, l'idea di essere di nuovo sfollati, l'idea che possa succedere qualcosa?" "L'idea che queste nuove mappature che stanno facendo possano in qualche modo delocalizzarci". Ci spostiamo di qualche chilometro e arriviamo a Vigorso di Budrio, una struttura ritenuta un'eccellenza mondiale nel campo della riabilitazione, il centro protesi Inail è nel fango, le stanze sono inagibili, le palestre anche. Cittadini e atleti paralimpici sono stati qui, campioni del calibro di Alex Zanardi o di Bebe Vio, la struttura ora è inaccessibile per l'alluvione che ha devastato interni ed esterni. "Avevamo da poco ripreso alcune attività che non richiedevano la permanenza dei pazienti all'interno della struttura e questo ha limitato il disagio e il disservizio". Come andare avanti adesso e per quanto tempo il centro dovrà restare chiuso? "L'esigenza è ormai improcrastinabile, è mettere in sicurezza il territorio sul quale insiste il centro protesi che si trova a pochi metri dal torrente Idice.