Cambio Clima, Coldiretti: "Scompaiono piante e animali"

27 set 2019
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“Questo è un nido di calabrone asiatico, che è un insetto alieno che non è indigeno, non è autoctono dell'Italia, proviene appunto dall'Oriente. Sono imenotteri che predano le api, l'altro elemento che è il coleottero degli alveari che viene dal Sudafrica. Sulla produzione di miele noi sappiamo che quest'anno ci sarà un raccolto che è circa il 50% di quello che ci si potrebbe aspettare in un'annata normale ed è un calo sicuramente imputabile al clima, quindi ai cambiamenti climatici.” Mezzo miliardo di euro, è il danno causato dall'invasione di insetti e organismi alieni nelle campagne italiane soltanto nell'ultimo anno. Effetti del cambiamento climatico e della globalizzazione degli scambi, sono allarmanti i dati contenuti nel rapporto SOS clima per l'agricoltura, presentato da Coldiretti a Bologna. Giovani agricoltori e studenti insieme in occasione del terzo sciopero mondiale per il clima. “I giovani si mettono al centro in questa questione, sostenendo sostanzialmente quello che vuole essere un nuovo modello di agricoltura”. “Uno strumento fondamentale per combattere queste situazioni, anche questi patogeni, è utilizzare la tracciabilità, far arrivare prodotti che vengono effettivamente controllati”. “Sappiamo benissimo che fatto 100 il valore di un prodotto venduto solo 1,6 arriva in tasca del coltivatore diretto. Questo... ovviamente va migliorata la catena di valore e vanno fatti gli investimenti necessari affinché anche il settore agricolo possa continuare a contribuire al blocco dei cambiamenti climatici”. Vicinissima l'estinzione, oggi ne esistono appena 190 esemplari. La pecora cornigliese è una delle specie animali presenti sull'Arca di Noè dell'agricoltura, al Villaggio della Coldiretti, sotto le due torri, fino a domenica. Pecore, mucche, maiali e capre, ne sono scomparsi 2 milioni dalle nostre fattorie negli ultimi 10 anni. Colpa del surriscaldamento che ha inaridito i pascoli. Non solo, in un ventennio, è la stima di Coldiretti, abbiamo perso quasi una pianta da frutto su quattro. “Il decalogo è quello di comprare prodotti sempre più vicini alla propria abitazione, al proprio territorio, al proprio paese, perché in questo modo andiamo a limitare in modo significativo quello che è il trasporto, e questa è anche una risposta concreta per quanto riguarda le fasi di inquinamento e soprattutto per quanto riguarda l'emissione.”.

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