"Anche l'altro giorno sono andata in farmacia, a ritirare le mie ricette e purtroppo, come tanti mesi in qua, non ho avuto tutto quello che potevo avere, un sesto, un sesto del mese starò bene, il resto?". Una neuropatia e due malattie rare scoperte nel 2013, il peggioramento delle condizioni di salute, l'invalidità del 100%, la vita stravolta. Le allergie e la farmacoresistenza complicano la situazione, Elisabetta entra nel protocollo sanitario della cannabis terapeutica solo così riesce a non sentire dolore, la disponibilità del medicinale però è scarsa. "Voi lo sapete cosa vuol dire vivere con il dolore cronico, nel mio caso, e col tremore che a volte mi lascia cadere per terra, quindi mi faccio male, e non poter far niente". Elisabetta ha creato una ONLUS per aiutare altri malati, si è rivolta direttamente al Ministero della Salute, più volte è una rincorsa continua faticosa è umiliante. "Il fatto che poi la lotta diventa fra noi pazienti, e questo non ce lo devono fare. Purtroppo è brutto il termine ma per accaparrarcela, quindi cioè, chi arriva prima con la ricetta, chi si mette in lista prima, cioè no. Quale altro farmaco è cosi? Lo Stato non si rende conto di quello che fa a noi malati, perché corriamo a destra e sinistra, una volta sono andata a prenderla persino in Puglia, perché non c'era da nessuna parte. Seicento euro è, mi è costata". La cannabis terapeutica nel nostro paese è legale dal 2013 regolamentata da leggi regionali fuori dalla propria regione. Si paga, complicato poi chiederne il rimborso. "Ci sono anche tanti bambini, per esempio con la sindrome di Tourette, che con la cannabis terapeutica può andare a scuola, i tic li tiene sotto controllo, e per un bambino vuol dire avere di nuovo socialità, vuol dire avere una dignità nella vita". Le difficoltà a reperire cannabis terapeutica in Italia, riguardano almeno 50.000 pazienti, nel 2021 il fabbisogno è stato di 1400 Kg, la produzione italiana avviene solo nello stabilimento militare di Firenze e ne copre appena un quinto e l'importazione non è abbastanza. "Noi ci rivolgiamo comunque al Ministero della Salute, deve prendere a carico di maggiori importazioni, maggiori produttori, e togliere il più possibile lo stimma, perché la cannabis è terapeutica".