Arredamenti sontuosi, di dubbio gusto, stucchi d'oro, statue di animali, schermi televisivi immensi e un funerale sulle note del Padrino con lancio di petali di rosa da un elicottero. Un lato eccessivo ed un lato feroce: questo è il ritratto del clan Casamonica, che ora un Collegio Giudicante di sole Magistrati donna ha condannato per associazione mafiosa, grazie alle rivelazioni di un'altra donna, Debora Cerreoni, ex moglie di Massimiliano Casamonica, che ha rotto il muro di omertà parlando dall'interno della famiglia. Le indagini condotte dai Carabinieri di Frascati con l'Operazione Gramigna, insieme a queste rivelazioni hanno dunque permesso alla Procura una vittoria netta, con il Capo della DDA di Roma Ilaria Calò che parla di sentenza confermativa della serietà dei PM impegnati in un processo durato due anni. Una sentenza che fa luce su una sequela di episodi di estorsione e violenza rimasti sino ad ora impuniti anche a causa della dilagante omertà imposta dal clan sul quadrante sud-est di Roma. Le pene più pesanti con il 416 bis sono state inflitte ai vertici del clan: Domenico, Giuseppe, Salvatore, Pasquale e Massimiliano Casamonica, con condanne che vanno dai 30 ai 19 anni e 4 mesi di carcere. 17 anni e 9 mesi per Liliana Casamonica, la donna a capo dell'organizzazione quando i fratelli erano in carcere. Gli altri imputati, in tutto erano 44, sono stati riconosciuti colpevoli di traffico di droga, estorsione ed usura.