Il promotore di giustizia in Vaticano, Alessandro Diddi, riapre le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta quasi 40 anni fa. "Sicuramente nel Vaticano esistono molti elementi che possono aiutare a cercare la verità e a spiegarci che cosa è successo nella vicenda della giovane Emanuela e non possiamo che sperare che il Vaticano, finalmente, si impegni nel trovare questa verità. Bisogna approfondire dei temi che non sono stati approfonditi". Giancarlo Cataldo è stato dal 2008 titolare dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela, figlia di un commesso della prefettura di casa pontificia della quale non si hanno più tracce dal 22 giugno del 1983, aveva 15 anni quando scomparve in piazza Sant'Apollinare, Santa Sede, banda della Magliana, l'attentatore di Papa Giovanni Paolo II Ali Ağca, tante ipotesi, alcune anche inquietanti. "La maggior parte delle piste, quelle che lei ha fatto riferimento Ali Ağca e altri, nascono proprio per depistare l'impegno e il lavoro di ricerca dei magistrati. La banda della Magliana nasce in un momento storico diverso e le dichiarazioni della Minardi, come dire sono da approfondire molto seriamente". Dopo anni di indagini aperte e chiuse senza risolvere mai il mistero, nel 2015, su richiesta della procura, il Gip archivia l'inchiesta per mancanza prove. Tre anni dopo, il Vaticano, acconsentì che si analizzassero le ossa ritrovate nella sede della nunziatura vaticana, reperti troppo antichi riconducibili infatti all'età romana, da allora nulla, fino ad oggi. "Talvolta la verità è dura da far digerire. È dura da esprimere, è dura da accettare. Non vorrei che questo fosse uno di quei casi".