“Io non ho ucciso Sara”. Bisognerà attendere ancora un’altra giornata per sapere se si potrà mettere o meno la parola fine al caso Scazzi, una delle vicende più incredibili tra quelle raccontate dalla cronaca italiana negli ultimi anni. Dopo un’udienza fiume, durata quasi dodici ore, i giudici della Prima Sezione penale della Corte di cassazione si sono aggiornati alle 10 di questa mattina per una sentenza che potrebbe mettere una pietra tombale sulla vicenda, confermando l’ergastolo per Sabrina Misseri e sua madre, Cosima Serrano, e riaprendo le porte del carcere per Michele Misseri, oppure annullare definitivamente, o con rinvio ad altro processo, la sentenza d’appello. Per tutta la giornata di ieri intanto si è consumato l’ultimo atto dello scontro tra accusa e difesa, con il procuratore generale a chiedere di rigettare i ricorsi degli imputati e i legali di Sabrina Misseri e sua madre, Cosima Serrano, decisi nel puntare l’indice contro Michele Misseri, unico responsabile, secondo loro, dell’omicidio della povera Sarah Scazzi, ma condannato per la sola soppressione del cadavere. In aula c’erano il fratello e il papà della sedicenne uccisa il 26 agosto 2010, mentre mamma Concetta ha preferito rimanere ad Avetrana. “Noi non cerchiamo un colpevole a tutti i costi, però la discussione di oggi ci lascia molto fiduciosi di come le sentenze verranno confermate”.