Martina Patti esce dall'isolamento della sua cella solo per incontrare il Gip, poco più di un'ora di interrogatorio per la convalida del fermo, nel carcere di Piazza Lanza, in cui ribadisce di avere agito da sola, confermando le dichiarazioni rese nel primo interrogatorio, quello di martedì, quando aveva confessato il più terribile dei delitti. "I punti oscuri saranno oggetto di approfondimenti investigativi alla luce delle dichiarazioni che sono state fatte", "Sono nuove queste dichiarazioni è stato detto qualcosa in più?","Su questo non vi posso dire." "...chiesto al marito che l'ha chiamata mostro." I punti da chiarire restano diversi a partire dall' eventuale esistenza di complici che possono averla aiutata nascondere il corpo, le risposte potrebbero arrivare dai video delle telecamere. nei dintorni della casa, di via Euclide a Mascalucia, dove la donna viveva con la bambina, ma anche dall'esame dei tabulati telefonici, tra le 14 e le 16 di lunedì, quando dal cellulare di Martina sono partite tante telefonate a familiari e parenti; poi il movente, per i carabinieri che conducono le indagini, è da ricercarsi probabilmente nella gelosia per il rapporto che la bambina aveva con il padre, da cui Martina era separata, e con la nuova compagna di lui. In una lettera dei toni drammatici inviata ai giornalisti Alessandro Del Pozzo rompe il silenzio: "Non dite che si è trattato di un raptus di follia" scrive "È stato un atto studiato e pianificato per colpire me, io ed Elena eravamo una cosa sola e Martina la odiava per questo." Punti da chiarire sono anche il luogo e l'arma del delitto. La casa, sotto sequestro, sarà ispezionata nei prossimi giorni dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri e altre risposte arriveranno dall'autopsia eseguita all'Ospedale Cannizzaro.