Ogni due giorni una vittima. Sono numeri schock che raccontano la strage di ciclisti sulle strade italiane. Solo nei primi 8 mesi del 2022 in 103 hanno perso la vita. Nel 2021 sono stati 220, una tragica conta, che secondo le previsioni, si chiuderà in modo molto simile anche quest'anno e alla quale vanno aggiunti i decessi avvenuti a distanza di giorni durante i ricoveri. Lo dicono i dati dell'Associazione Amici della Polizia Stradale, dopo la morte dell'ex campione Davide Rebellin, travolto in bici da un camion. Stesso drammatico copione che toccò in sorte nel 2017 a Michele Scarponi. Mentre si stava allenando in strada, in preparazione del Giro d'Italia, fu investito da un furgone guidato da un amico di famiglia che non aveva rispettato uno stop. Identica sorte sorprese Roberta Agosti, morta a Brescia, travolta da un camion cisterna mentre era in sella alla sua bici durante un allenamento nel luglio del 2020. Una scia di sangue che non risparmia né amatori né professionisti, vittime di strade non sicure e non concepite per la convivenza dei due mezzi. Anche Pantani, durante la sua attività, subì 3 gravi incidenti stradali, tra i quali anche un frontale con una macchina e diversi investimenti. Tra i più clamorosi ma non fatale l'incidente di Alex Zanardi, che a bordo della sua handbike su una statale della provincia di Siena, rimase gravemente ferito in uno scontro con un autoarticolato che procedeva in direzione opposta a quella dell'ex campione di Formula 1. Era il 2020, Zanardi riportò gravi conseguenze a livello neurologico e iniziò da allora una battaglia tra operazioni chirurgiche e riabilitazione. Le ultime vittime solo poche ore fa. Un diciassettenne morto e un altro giovanissimo rimasto gravemente ferito a Ferrara. Entrambi erano in sella alle loro bici e sono stati travolti da un'auto.