Piazza Gae Aulenti, la zona più moderna di Milano. In questo locale i posti interni sono 50, quelli nel dehors 24, che con il distanziamento diventano 16. Dei sette ristoranti "Quore Italiano" nel mercato, solo uno non ha lo spazio esterno. Le perdite, in un anno, hanno superato il 70%. "Dopo due mesi di zona rossa, ci aspettavamo di preservare quantomeno le regole della zona gialla fino alle 18.00 e avere l'opportunità di fare accomodare i clienti fuori dopo le 18.00. Noi qui, per fortuna, abbiamo tanto spazio fuori quindi faremo accomodare fuori i clienti, con le dovute distanze, ma in uno dei nostri sette ristoranti non abbiamo spazio fuori e quindi continueremo solo con l'asporto e il delivery". Dai grattacieli di Gae Aulenti raggiungiamo Corso Magenta, il cuore antico della città, a pochi passi dal Cenacolo. Qui i marciapiedi sono stretti ed è raro che si possa mettere più tavoli fuori. "All'esterno riusciremo a collocare al massimo cinque tavoli da due, quindi per un totale di 10 coperti, all'interno nell'era pre-Covid, che ormai è un ricordo, potevamo collocare 38 posti a sedere, col distanziamento all'incirca 20-22". A Milano solo la metà degli esercizi pubblici ha la possibilità di mettere tavolini all'esterno e il coprifuoco alle 22.00 riduce ulteriormente le prenotazioni, ma esiste anche un problema di clima? "Sicuramente Milano è diversa da altre città dell'Italia centrale e meridionale e quindi sì, in alcuni periodi come aprile o la prima parte di maggio può esistere un problema anche climatico, soprattutto per quanto riguarda la sera".