Come funziona l'offerta di lavoro per i disoccupati

04 mag 2018
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Il signor Rossi è un operaio di un’azienda automobilistica, da qualche mese prende il sussidio per chi perde il lavoro, la Naspi, e, come previsto dalle regole del Jobs Act, ha firmato con lo Stato un contratto che comporta una serie di diritti e doveri. Durante i due anni di durata massima dell’indennità, al signor Rossi potranno essere offerti nuovi lavori, che lui non potrà rifiutare sempre e in ogni caso, perché altrimenti rischierà di perdere l’assegno dell’Inps, che non può superare i 1.300 euro al mese. Vediamo, allora, come funziona quella che è chiamata offerta di lavoro congrua, cioè in linea di principio adeguata alla professione che prima si svolgeva, ma vincolata ad alcuni parametri fissati di recente dal Ministero del lavoro. Il signor Rossi, entro i primi sei mesi di Naspi, potrà rifiutare, senza perdere l’indennità, tutti quei lavori che non c’entrano nulla con il settore e le mansioni che aveva. Quindi, nel suo caso potrà opporsi a un posto di operaio in una fonderia. Dopo sei mesi, invece, non potrà respingere un’offerta a una professione simile. Quindi, se gli diranno che c’è ancora quel posto libero, dovrà accettare, a meno che non voglia rimanere senza assegno. Dopo un anno, invece, l’Inps gli taglierà gli aiuti se non firmerà per qualsiasi altro tipo di lavoro. Il nostro signor Rossi, quindi, si potrà ritrovare a fare il cameriere. In tutti questi casi, lo stipendio proposto dovrà essere di almeno il 20 per cento superiore al sussidio. Ci sono poi altri parametri da osservare. Se l’offerta di lavoro arriva a sei mesi dall’inizio della Naspi, il posto dovrà trovarsi entro cinquanta chilometri da dove si abita. Questa distanza aumenta a ottanta chilometri se l’offerta arriva dopo un anno. In pratica, se si vive a Napoli e ti offrono un posto a Torino, si potrà sempre dire di no senza perdere il sussidio. Ma, se il disoccupato durante la Naspi segue un corso di formazione per imparare un nuovo mestiere, una possibilità prevista dal contratto che ha firmato con lo Stato, i criteri temporali di cui abbiamo parlato sfumano e il signor Rossi potrebbe ritrovarsi a fare il commesso a poche settimane dal giorno in cui ha dovuto lasciare la sua fabbrica.

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