Comitato esperti: tutti sui banchi a settembre

26 mag 2020
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Ci saranno misure per il distanziamento: orari scaglionati, classi divise in gruppi che si alternano, orario ridotto. Spazi nuovi e non solo per la didattica, ma gli studenti torneranno in classe. Tutti in presenza e la didattica a distanza resterà in un angolo, pronta, come piano B, qualora la situazione sanitaria dovesse peggiorare. A darci la notizia è il direttore dell'ufficio scolastico della Lombardia, Augusta Celata: tutti a scuola a settembre, ma niente saluti a fine anno. Stiamo lavorando sulle ipotesi per una riapertura dell'attività in presenza, a settembre, per tutta la scuola. Questo è l'obiettivo che in questo momento ed anche ciò che sta a cuore al Ministro e su cui sta lavorando tutta l'amministrazione scolastica e i direttori generali nei vari uffici scolastici regionali. Il Ministro della Salute, Speranza, conferma che la campanella suonerà per tutti. L'ipotesi della ripresa del nuovo anno della didattica a distanza, per le scuole superiori, aveva fatto discutere. Per i dirigenti scolastici è stato già complicato gestire questi mesi e l'idea di non riaprire il portone a settembre era un'ipotesi dolorosa. Siamo andati al Liceo Berchet, nel cuore di Milano, che conta 830 studenti. Quando la pandemia sarà finita, incontrarli tutti quanti e scambiarci un saluto, un augurio per il loro futuro universitario o comunque per le loro carriere. Il preside del Liceo Scientifico Volta di Milano, il 25 febbraio scorso aveva scritto una lettera ai suoi ragazzi che ha fatto il giro del mondo, chiedendogli di preservare il bene più prezioso: il loro tessuto sociale. La scuola è fatta di scambio fra le persone, di presenza fisica, di corpi. Senza relazione umana, non esiste l'apprendimento, non può esistere, senza relazione umana ci riduciamo alle istruzioni di montaggio del divano che compriamo, cioè l'istruzione per qualcosa, ma non la crescita e la pedagogia e il formare i cittadini, per quello ci vuole la relazione. Uno dei rischi più grandi – scrivere ai suoi ragazzi il Preside del Volta – ce lo insegnano Manzoni e Boccaccio, è l'avvelenamento dei rapporti umani, della vita sociale, l'imbarbarimento del vivere civile.

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